Paralititan stromeri Smith et al., 2001

(Da: it.wikipedia.org)
Phylum: Chordata Haeckel, 1874
Subphylum: Vertebrata Cuvier, 1812
Classe: Dinosauria Owen, 1841
Ordine: Saurischia Seeley, 1887
Famiglia: Titanosauridae Lydekker, 1885
Genere: Paralititan Smith et al., 2001
Descrizione
Il paleontologo Joshua Smith e i suoi colleghi descrissero l'animale nel 2001, nominandolo Paralititan stromeri, il cui nome deriva dal greco antico e significa "gigante della marea". Il nome del genere deriva dalla parola greca para e aloni che significa vicino al mare e il suffisso titan che indica l'enorme taglia dell'animale. Il nome specifico, stromeri, si riferisce al paleontologo tedesco Ernst Stromer, che per primo scoprì la Formazione Bahariya, nel 1900. A descrivere l'animale furono i paleontologi Joshua B. Smith, Matthew C. Lamanna, Kenneth J. Lacovara, Peter Dodson, Jennifer R. Smith, Jason C. Poole, Robert Giegengack e Yousri Attia. I fossili sono stati i primi resti di tetrapode scoperti all'interno della Formazione di Bahariya, dal 1935. L'osso in questione era un omero lungo ben 1,69, più lungo di qualunque altro sauropode noto del Cretaceo. Joshua B. Smith, il paleontologo che ha descritto e rinvenuto l'animale, ha affermato che doveva essere un animale davvero enorme. Si conosce ben poco dell'anatomia del Paralititan, pertanto le sue esatte dimensioni corporee sono alquanto difficili da stimare. Tuttavia, il limitato materiale a disposizione suggerisce che l'animale era uno dei dinosauri più massicci mai scoperti finora, con un peso approssimativo di 59 tonnellate.[5] Usando il Saltasaurus come modello, Carpenter ha stimato una lunghezza di circa 26 metri. Le dimensioni stimate da Scott Hartman suggeriscono un animale dalle dimensioni enormi, comunque inferiori a quelle di titanosauri giganti come il Puertasaurus, l’Alamosaurus e l’Argentinosaurus. Come gli altri titanosauri, probabilmente, aveva un corpo voluminoso forse ricoperto di osteodermi che lo proteggevano dagli attacchi dei predatori. Segni di morsi sulle ossa di Paralititan indicano che la carcassa dell'animale fu consumata da un grande dinosauro carnivoro. Il predatore in questione si era nutrito della carcassa dell'animale già morto in quanto pochi erano i predatori in grado di attaccare ed uccidere con successo un Paralititan adulto. I giovani al contrario potevano essere preda di dinosauri predatori come il Bahariasaurus, il Carcharodontosaurus, il Sauroniops e lo Spinosaurus e il gigantesco coccodrillo Sarcosuchus. L'habitat del Paralititan comprendeva, vaste foreste tropicali e grandi mangrovie, in un ambiente molto simile a quello della moderna Gambia. La tafonomia dello scheletro di Paralititan si era conservato grazie ai depositi marini e alle maree cui era soggetto il suo habitat, composto da un ambiente paludoso dove la vegetazione dominante erano le mangrovie. Questo variegato ecosistema era situato lungo la riva meridionale del mare Tetide. Il Paralititan è il primo sauropode conosciuto che viveva in ambiente paludoso dominato dalle mangrovie, tuttavia si pensa che l'animale passasse la maggior parte del suo tempo a terra nutrendosi delle fronde degli alberi più alti, entrando in acqua solo per bere e per rinfrescarsi. L'animale viveva insieme a predatori giganti come i carcharodontosauridi Carcharodontosaurus e Sauroniops, lo spinosauride Spinosaurus e il teropode di dubbia entità Bahariasaurus, dall'altra parte vi erano pochi dinosauri erbivori tra cui lo stesso Paralititan, il sauropode Aegyptosaurus e l'ornithopode Ouranosaurus. Le acque di questo ambiente lacustre erano popolate da numerose specie di coccodrilli tra cui i giganteschi Sarcosuchus e l’Aegisuchus, pesci giganti come il Mawsonia e l’Onchopristis e numerose specie di tartarughe. La scoperta del Paralititan è illustrata nel documentario del 2002 The Lost Dinosaurs of Egypt, narrato da Matthew McConaughey, e nel libro di presentazione The Lost Dinosaurs of Egypt: The Astonishing and Unlikely True Story of One of the Twentieth Century's Greatest Paleontological Discoveries.
Diffusione
Grande dinosauro sauropode titanosauro vissuto nel Cretaceo superiore, circa 98-93 milioni di anni fa, in quella che è oggi la Formazione Bahariya, in Egitto.
Bibliografia
–Smith JB, Lamanna MC, Lacovara KJ, Dodson P, Smith JR, Poole JC, Giegengack R, Attia Y (June 2001). "A giant sauropod dinosaur from an Upper Cretaceous mangrove deposit in Egypt" (PDF). Science. 292 (5522): 1704–6.
–Holtz, Thomas R. Jr. (2012) Dinosaurs: The Most Complete, Up-to-Date Encyclopedia for Dinosaur Lovers of All Ages, Winter 2011 Appendix.
–Nothdurft, William; Joshua Smith; Matt Lamana; Ken Lacovara; Jason Poole & Jen Smith, 2002, The Lost Dinosaurs of Egypt: The Astonishing and Unlikely True Story of One of the Twentieth Century's Greatest Paleontological Discoveries, Random House, 272 pp.
–"Paralititan Stromeri". Paleobiology Database. Archived from the original on June 16, 2020. Retrieved December 31, 2012.
–Roach, John (May 31, 2001). "'Tidal Giant' Roamed Coastal Swamps of Ancient Africa". National Geographic News. Washington, D.C.: National Geographic Society. Archived from the original on June 5, 2001.
–Burness, G.P. and Flannery, T. (2001). "Dinosaurs, Dragonslayer, and Dwarfs: The Evolution of Maximal Body Size." Proceedings of the National Academy of Sciences, 98(25): 14518-14523.
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–Carpenter K (2006). Foster JR, Lucas SG (eds.). "Biggest of the Big: a Critical Re-evaluation of the Mega-sauropod Amphicoelias fragillimus Paleontology and Geology of the Upper Jurassic Morrison Formation" (PDF). New Mexico Museum of Natural History and Science Bulletin. 36: 131-138.
–Hartman, Scott. "The biggest of the big". Skeletal Drawings.
–Paul, G.S., 2010, The Princeton Field Guide to Dinosaurs, Princeton University Press p. 209.
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–Molina-Perez & Larramendi (2020). Dinosaur Facts and Figures: The Sauropods and Other Sauropodomorphs. New Jersey: Princeton University Press. p. 267.
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Data: 22/05/2015
Emissione: Dinosauri Stato: Sierra Leone Nota: Emesso in un foglietto di 6 v. diversi |
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